domenica 23 luglio 2017

Il pane come lo faccio io, ogni giorno (o quasi)

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Il pane è il mio "bene rifugio", è quello che faccio in cucina ogni giorno, per noi e per i nostri ospiti. E' il mio fiore all'occhiello ed è stato la mia copertina di Linus nei primi mesi di apertura: quando non avevo idea di come sarebbe andata, e se i miei piatti sarebbero piaciuti. Ma sul pane: nessun dubbio, rilassati!
Molti ospiti mi chiedono quando ricomincerò a fare qualche piccolo corso, come facevo una volta. E la voglia ritorna. E l'autunno sarà il momento giusto.
Per adesso, se ancora ce ne fosse bisogno, un post motivazionale sul farsi il pane in casa, e con la pasta madre. 
Sì lo so: è moda! E allora?? Per una volta che una moda non è imposta dal mercato (anche se il mercato se ne sta lentamente appropriando, modificandola...ma: è il capitalismo, bellezza!), godiamocela e facciamo i ganzi.

Vado per punti:

-non sempre il pane fatto in casa è buono. Facciamocene una ragione. Non è che se mischiate un po' di farina 00, acqua e lievito di birra in dosi da cavallo, lo fate lievitare 1/2 ora e lo sbattete in forno, avete "fatto il pane". Brutalmente: se avete questo approccio, meglio trovarvi un buon panettiere (ce ne sono) e compratevi il pane. Spendete un po' di più e risparmiate il vostro tempo. 
-il lievito di birra non è il demonio. Solo: se ne usate troppo, oltre a farvi male (ma non sono un medico, quindi documentatevi altrove), avrete un orribile sapore di lievito cotto. Fidatevi: si sente.
-la pasta madre è il modo migliore per fare il pane, a patto che sia una buona pasta madre. Non sono tutte uguali. Io ho fatto orgogliosamente un pane orrendo con la mia PM autoprodotta per mesi, e nessuno della famiglia osava fiatare. Poi me ne hanno regalata una, vecchia di 60 anni: mi si è aperto un mondo. Non siate testardi, abbandonate le manie di grandezza: farsi regalare la pasta madre da uno "spacciatore" che la usa da tanto tempo, è il modo migliore per cominciare e non diminuisce il valore dell'impresa.
-non serve prendere il part-time al lavoro per gestirla. Anzi: trovo che si adatti benissimo a chi sta fuori casa tutto il giorno (parlo del pane da tavola quotidiano, ovviamente, non del panettone tregiornidilavoroH24). Veloce esempio pratico: la sera prima di andare a nanna "rinfrescate" la vostra pasta madre (5 minuti). La mattina, dopo il caffè, impastate il pane (15 minuti...se avete un robot qualunque), quando rientrate fate la pagnotta e dopo un'oretta o giù di lì infornate (tipo mentre siete lì che preparate la cena). Lavoro spalmato in moduli brevi: non male.
- smettete di comprare farina 00: quella sì, è il demonio. Fa male, è inutile e vi viene un pane senza "corpo". Almeno la 0. Io mischio. Sogno un mondo dove le industrie dei cereali smettono di produrre 00 perché non la compra più nessuno e loro ci vanno in perdita!
- questione "fonti": il web e le librerie rigurgitano informazioni sulla pasta madre. Alcune serie, altre parecchio improvvisate. Le bibliografie sono una cosa seria. Quindi, prossimamente, un post sulla mia personale biblio!

Ecco, mi fermo qui. Ce n'è abbastanza. Vi ho convinti? Dubbi? Non siete d'accordo? Voi come fate?






mercoledì 12 luglio 2017

Mini-guida per sopravvivere alle zucchine! Tutti i modi che mi avete suggerito voi...+1

Sarò breve. Incredibile la risposta che il mio appello sulle zucchine ha avuto su facebook e Instagram! Non credevo che esistessero così tanti modi per cucinarle. Restituisco il favore che mi avete fatto dandomi tantissimi spunti, elencando tutti i modi in cui possono essere fatte che mi avete suggerito. Una mini guida, un elenco da avere sottomano tipo talismano quando vi trovate le zucchine anche sotto il cuscino...

Per le ricette...direi che google basta e avanza. Ma almeno può servire per non "googlare" sempre le stesse cose, o peggio: farsi dire da google come fare le NOSTRE zucchine!

Vado! In rigoroso ordine di intervento:
- Rotolini con dentro qualcosa (essenziale e diretto)
-Tagliate per lungo con il pelapatate, olio evo e scaglie di grana (io aggiungerei anche un po' di limone e il carpaccio è fatto)
-Crude in insalata
-Essiccate a rondelle (al sole, eh!)
-Grigliate
-Saltate in padella
-Carbonara di zucchine (con uova)
-Parmigiana
-Torta (che vedete in foto)
-Sbollentate, frullate con cacao e miele (questa è intrepida...da provare)
-Grattugiate a scaglie, mescolate con farina integrale e gomasio e curry e poi fritte
-A cubetti congelate per minestrone invernale
-Lasagne zucchine e pesto
-Pasticcio di zucchine: zucchine, mandorle e formaggio (o lievito alimentare)
-Spaghetti di zucchine con l'aggeggio (nome più adeguato non c'è)
-Polpette zucchine ricotta pangrattato sale pepe uova
-Schiacciata di zucchine (misteriosa, interessante)
-Polpette quinoa e zucchine
-Zucchine a dadini fritte in pastella
-Al forno tagliate a metà gratinate con pangrattato (efficiente, veloce e con largo uso di materia prima! Ci piace)
-Tagliate a bastoncini, cotte al vapore e raffreddate in olio e menta (giusto per non star sempre a friggere)
-Vellutata con yogurt, parmigiano, menta e basilico
-Tagliate a metà per lungo e scavate. Saltare in padella il dentro con olio cipolla e sale. Aggiungere ricotta, parmigiano, uovo, erbe (in Liguria, mi dicono, imprescindibile la maggiorana). Riempi le barchette e inforni, dopo aver ricoperto con pangrattato
-Vellutata con un po' di besciamella e prezzemolo
- Zucchini bread
-Insaccate tipo salsiccia vegena (extreme)
-In Carpione
-Fritte e condite con olio, limone, aglio, prezzemolo e peperoncino
-Muffin
-Frittata
-Quiche
-Gratinate ripiene di carne, tonno e mollica 
-Alla pizzaiola
-Preparati per risotti (questa me la studio meglio)
-Composta di zucchine
-Torta vegan di zucchine e cioccolato
-Scapece
-Chips
E io aggiungo:
-Chutney zucchine e cipolle/ e pesche

Adesso non abbiamo più scuse per gli attacchi di panico!



venerdì 7 luglio 2017

È finita la scuola: let's get wild

È finita! La scuola è finita! Sono finiti gli impegni pomeridiani, i saggi, i colloqui, gli esami. È finita la scuola di musica, i corsi di teatro, il coro. È finito il mio turno taxi perenne. 

L'imperativo di quest'estate è: let's get wild! 

Il grande no, non molto. Lui ha già impegni semi-lavorativi, appunto, da grande. Assaggia piccoli morsetti di nuove libertà. 

Ma le piccole....


I vestiti? Un'intollerabile imposizione! Le scarpe? Orrore! Dormire nei rispettivi letti? Il meno possibile. Per adesso hanno sperimentato: campeggio senza tenda ai piedi della parete di arrampicata, tappeto steso in terra in mansarda e addirittura il tappeto elastico! 


Sono sempre sporche, mezze nude e alle prese con qualche attività che prevede il massimo casino possibile (fare il sapone, cucinare mud cake, fare le tisane...). Poi prendono la bici e arrancano per le salite, fanno merenda nel bosco, leggono sotto un albero. Riesco a far lavare i denti, almeno...

Ma loro sanno e sanno fare cose che io alla loro età in confronto sembravo uno degli omini ciccioni di wall-e bloccato in poltrona! 

Cucinano, gestiscono animali (anche grossi), sanno riconoscere le piante, costruire cose con legni, ferri e lame. E io, da ex bimba di città, non finisco di stupirmi. 

Ogni tanto penso che forse...un limite...una doccia che non sia la canna dell'orto...

Ma mi passa subito. Che invidia, allora! Per un'infanzia (agli sgoccioli, ahimè) libera. Libera davvero. E le lascio fare, fino al limite! 




lunedì 3 luglio 2017

Vita nuova...e voglia di blog!

Arieccomi!
 Ricomincio con una carrellata di foto meravigliose fatte dalle mie fotografe israeliane preferite: Chicas Photography.


E chi l'avrebbe detto che questa nuova avventura, l'agritur, sarebbe stata una tale bomba di emozioni, ansie, arrabbiature, soddisfazioni, pianti e risate (spesso nello stesso momento). Un cambiamento nella nostra vita che potevamo immaginare, ma non prevedere così potente.
Al Mas del Saro, ancora più di prima, è un continuo viavai di amici vecchi e nuovi, che mangiano, bevono, cantano, suonano. Chi arriva a piedi e chi in auto, chi per caso e chi per scelta e chi per curiosità. Noi cerchiamo di essere veri, in cucina, nei campi e in sala. Sentiamo forte la responsabilità che ci affida chi, per un po', mette nelle nostre mani il proprio tempo libero, Si percepisce forte una gran voglia di bellezza, di Natura, di autenticità. Di silenzio e di sorrisi. Penso spesso al mio babbo: lo immagino seduto al tavolino davanti alla cucina, con un buon bicchiere di rosso davanti, che intrattiene i clienti in sala. Mi commuovo un po'...
Noi facciamo del nostro meglio. Se qualche volta sbagliamo, spero davvero che ci venga detto (a voce, ché non c'è bisogno di arricchire Tripadvisor): farà male, ma serve tanto.

E il blog...di nuovo...forse ne ho bisogno per fermare un po' di questo flusso impetuoso di avvenimenti ed emozioni. Per ridermi addosso, non prendermi troppo sul serio. Cosa che mi riesce bene e mi apre il cuore.
Ce la posso fa'?

lunedì 16 novembre 2015

Bio-bollati! E perché invece non chem-bollati?

Sono due anni che ho questa foto nel PC, in attesa di scrivere un post.
Now the time has come.

Avete presente la sensazione che provate quando vi accorgete che la verità era ovvia, banale e stava davanti a voi da mo', senza che ve ne accorgeste? Quella sensazione che abbiamo provato guardando il "Sesto senso" nel momento in cui abbiamo realizzato che il dottore è un fantasma? 
Ecco, questo ho provato leggendo questo banner, trovato per caso un giorno su Pinterest.

Non è una questione "biologico sì, biologico no", che alla fine si casca sempre nell'ideologia e non ci si capisce.
Qui è una questione prettamente logica: o meglio, di logica non rispettata, con l'assenso di tutti.

Vediamo: se io coltivo il mio terreno NON usando sostanze chimiche provatamente dannose per l'uomo e l'ambiente e NON imbottendo i miei animali di farmaci e miglioratori, a rigor di logica sto facendo una cosa fatta bene. Voglio dire, non c'è molto da discutere: è oggettivo. Però se lo faccio e voglio che il mio cliente lo sappia, devo pagare (in termini di soldi e burocrazia aggiuntiva) perché qualcuno controlli. E mi devono mettere un'etichetta che dica che non inquino.

Se invece utilizzo sostanze chimiche provatamente dannose per me e per l'ambiente (il tempo di carenza non l'ho inventato io, eh) e se do farmaci e mangimi OGM ai miei animali, NON sono tenuto a comunicare nulla al mio acquirente. Cioè, sui miei prodotti non c'è nessun bollino che, almeno, attesti che ho utilizzato queste sostanze in modo quantomeno controllato e responsabile.

Ora, mettiamoci nei panni di un alieno che viene sulla terra e proviamo a spiegargli PERCHE' funziona così e non viceversa...secondo me non ci riusciamo.

Non sarebbe più logico che la normalità fosse fare agricoltura senza sostanze dannose e che, se un agricoltore desidera, per i più svariati motivi, discostarsi da questa normalità, debba assumersi l'onere di farsi certificare i prodotti come, per esempio, "prodotto da agricoltura chimica" (intendendo con questo che un ente ha controllato che la chimica è stata usata responsabilmente)? Il consumatore non sarebbe più garantito così? Non si comunicherebbe meglio perché quel prodotto costa meno (talmente meno che magari qualche dubbio forse dovrebbe nascere, etichette o no!)? Poi ognuno faccia la sua scelta, ma CONSAPEVOLMENTE.

Eh, ma si sa, il mondo è un posto strano, dove succedono cose strane, talmente strane che ci sembrano normali.

mercoledì 28 ottobre 2015

La questione "ciccia", tra ultrà carnivori e veg-pride!

La gente è strana...
Mi sfugge il perché di tutto questo isterismo sulla questione "carne"
L'OMS mette nero su bianco quello che i medici vanno dicendo da anni, e tutti sgorillano. Ma tutti tutti. Un delirio collettivo, hooligans vegani all'arrembaggio di ultrà carnivori, macellai che assaltano ortolani, ortolani che organizzano veg-pride...giusto per rendere l'idea, eh. Si scherza (non vorrei rappresaglie da ambo le parti, si fa presto a stare sulle palle a tutti)!

Che la ciccia faccia male si sa da tempo. Il buon Veronesi, che di mestiere fa l'ONCOLOGO (mica il guru o il pranoterapeuta) è vegetariano dalla notte dei tempi e predica da sempre la riduzione del consumo di prodotti di origine animale. E con lui moltissimi di quelli che si occupano della salute del nostro bistrattato apparato digerente.
Quindi: perché scatenarsi?
Capisco chi sulla carne ci vive e ci lavora. Ci mancherebbe! Difendere il proprio e molti altri posti di lavoro è giusto e comprensibile. Non mi stupisce che chi vende carne sostenga che fa benissimo. Ma chi la mangia dovrebbe serenamente accettare il fatto che faccia male, senza prenderla tanto sul personale.

Faccio un paragone su me stessa.
Io sono golosa, ma tanto golosa! Ho una specie di dipendenza da zuccheri. Resistere ad un dolce è tortura e supplizio...e il più delle volte non resisto!
Ora, che lo zucchero faccia male si sa, lo so, lo sanno tutti. Ma non è che se l'OMS dice che lo zucchero fa male, io mi offendo, o me la prendo con quelli a cui i dolci fanno schifo.
E non mi aggiro sostenendo che lo zucchero fa bene, solo perché IO sono golosa. Accetto il fatto che ogni tanto (ahem, spesso, va') non ce la faccio e mi sparo la mia dose di zucchero. Consapevole che sarebbe meglio non farlo.

Altro esempio:
tutti i genitori, prima o poi, comprano il barattolo di crema di nocciole ai figli. Ma, almeno spero, sono consapevoli che è una cosa che fa male. Tant'è vero che l'apertura del barattolo si accompagna sempre da mini patetici predicozzi ("per stavolta...ma guarda che i finocchi crudi fanno meglio, e anche il cavolo lesso che non mangi mai!!"). Non conosco nessuno che si aggiri declamando le proprietà nutrizionali della crema di nocciole.

Quindi, concludendo: perché le reazioni sono così esagerate? 
Se volete continuare a consumare carne rossa e insaccati, fatelo: mica sono fuorilegge! Ma accettate serenamente il fatto che state mangiando qualcosa che non vi fa bene. Non sarà l'unica e non è un fatto personale!

PS Ovviamente ho preso in considerazione solo l'aspetto "salute" umana...quello sugli allevamenti intensivi e quanto "bene" facciano al pianeta (oltre che agli animali) è un altro capitolo.


domenica 25 ottobre 2015

Perenni forever...

Si sta chiudendo la quarta stagione (tranquilli, non vi parlo di "House of cards"). Finalmente! Ringrazio ogni santo da me conosciuto per la location del Mas del Saro: in montagna, in Trentino, in Bersntol. Non invidio per nulla chi ha l'azienda al caldo: tocca lavorare tutto l'anno! Noi invece adesso accendiamo le stufe, prepariamo l'orto e gli animali per l'inverno, programmiamo con calma la prossima stagione. Lusso sfrenato!!

E' anche il momento per impostare i cambiamenti. 
In un'azienda come la nostra, i cambiamenti sono fondamentali
Mettiamola così, che fa più figo, vero?
Perché la verità è che quando sei un "neo-agricolo" (iiihhh, che orrore!), cioè non vieni da famiglia contadina, tua nonna non faceva le marmellate, tua mamma ti ha cresciuto a latte in polvere  e Simmenthal, allora ci vogliono ANNI per capire esattamente alcune cose fondamentali, tipo:
-cosa mi piace?
-cosa mi viene?
-cosa mi fa ammattire (es:capre!)
e, molto prosaico:
-cosa mi fa guadagnare due lire oltre che un sacco di gloria eterna?

Nella mia testa (e non solo...), il 2016 sarà anno di enormi cambiamenti.
 Il Bauer ha già il visto per paesi irraggiungibili (cioè, dice di averlo, ma in realtà fa finta...spero).

Intanto comincio con raccontarvi i cambiamenti nell'orto, per quelli più radicali aspetto un po'...scaramanzia.

Lo so, tutti voi avete letto bellissimi manuali di permacoltura. Io no! Ho letto "La rivoluzione del filo di paglia" e ho il mio manuale di consultazione agricola quotidiana. Ma non ce la faccio a leggere i manualoni. Forse è per questo che ci metto degli anni a capire le cose? Cioé, non sarebbe più saggio leggere di uno che ha già fatto gli errori che sicuramente stai per fare tu? Sì, lo sarebbe. 

Ma a me piace fare errori, mi piace imparare dagli altri, soprattutto. Altri VERI, intendo. I wwoofer, per esempio. Anche se spesso ne sanno meno di me a livello pratico, mi faccio ispirare dalla tanta teoria che hanno in testa, e accetto di sperimentare con loro. 

Quindi, per farla breve:
grazie orticole annuali, per tutto quello che mi avete insegnato. Siete state la scelta più saggia che potessi fare per iniziare (basso costo di investimento iniziale, quindi bassissimo rischio di impresa...mi raccomando, questo è importante, se siete anche voi orrendi neo-agricoli).
Adesso però è il momento di ridimensionarvi. In termini di energia, siete troppo dispendiose. Ogni anno ripartire quasi da zero...non va bene. Troppo lavoro, troppo movimento, troppi input dall'esterno. E come resa economica...ahem...
Quindi: abbiamo messo a dimora un po' di alberi da frutto, un bel po' di fragole, un po' di mirtillo siberiano sperimentale e un po' di lampone artico. 
Poi vorrei fare un piccolo angolo di piante tintorie.
E una pergola di kiwi.
E una di uva fragola.

E tutto questo sarà a beneficio nostro e del "Progettone"...quello di cui ancora non scrivo...e se non ce la faccio...pazienza, avrò un sacco di cose buone e perenni per la mia famiglia!

Fragola e tagete

Fragole

Mirtillo siberiano

Lampone artico